10 10 20

di Alex Schmalz – Genoa News Chronicle / Io reporter

Saranno ricordate come le Olimpiadi del 10 – 10 – 20. 10 medaglie d’oro, 10 d’argento, 20 di bronzo. 40 allori, mai così tanti. Per l’Italia Team, l’olimpiade di Tokio 2020, è stata la più prolifica di sempre. Più di Roma 1960, dove le medaglie conquistate furono 36 (13 ori, 10 argenti e 13 bronzi), ma meno, considerando i soli primi posti, di altre Olimpiadi a partire dalle 14 medaglie d’oro conquistate ai Giochi di Los Angeles del 1984 (segnate tuttavia dal forfait dei paesi del blocco sovietico). Un bilancio comunque perfetto, rotondo ed equilibrato: il trionfo delle decine e dei numeri pari nella prima Olimpiade dell’era moderna giocata – causa pandemia – in un anno dispari. 20 medaglie di bronzo (record assoluto) che compensano numericamente la somma degli altri due metalli più preziosi. La magia dei numeri e la rappresentazione dei valori disegnano un’Italia sportiva da podio in grado di battere il dio Crono e superare i limiti posti dagli avversari; un team che ha raccolto trionfi quasi ovunque, anche nelle discipline più nobili, in territori che sembravano proibiti. E’ la consacrazione di un movimento sportivo multietnico e integrato che va difeso, tutelato e protetto. Nell’olimpiade dell’era pandemica (vinta sul filo di lana dagli Usa sulla Cina) l’Italia è letteralmente esplosa nell’atletica, entusiasmando il mondo nella velocità e nella marcia, le due espressioni quasi estreme della locomozione umana, e volando nel salto in alto maschile. Ha confermato la sua forza negli sport di combattimento e sacrificio: pugilato, sollevamento pesi, arti marziali e lotta. Ha sofferto, vincendo meno, nella scherma. Ha raccolto affermazioni storiche nella ginnastica artistica e ritmica, nel ciclismo, nel tiro con l’arco. Ha pescato medaglie dall’elemento che sportivamente non tradisce quasi mai, l’acqua: nuoto, canottaggio, canoa e vela continuano rappresentare un bacino tradizionale di passioni e talenti. Ma lo sport non è solo vittoria. Dalle discipline di squadra sono arrivate le delusioni più cocenti. Le formazioni di pallavolo, basket, pallanuoto, beach volley hanno espresso un gioco di ottima levatura, ma discontinuo: trame luminose, sprazzi da fuoriclasse, ma troppi errori in fase di realizzazione, incertezze che all’Olimpiade si pagano.

10 MOMENTI AZZURRI DA RICORDARE

La pallavolista Paola Egonu tra i sei atleti che hanno sfilato con la bandiera olimpica nella cerimonia di apertura dei Giochi. Classe, bellezza, spirito olimpico.


MARCELLO

Tokio, 1 agosto 2021, una data memorabile: l’Italia conquista la vetta dell’atletica mondiale. Gianmarco Tamberi saltando 2,37 in una finale palpitante del salto in alto, vince l’oro a pari merito con il rivale-amico Mutaz Essa Barshim, atleta del Qatar e stella planetaria della disciplina. Per Gianmarco è la resurrezione dopo il terribile infortunio patito alla vigilia delle Olimpiadi di Rio 2016. Poco dopo Lamont Marcell Jacobs scrive il dopo-Mennea trionfando nei 100 metri, la gara regina delle Olimpiadi.



Sono i 20 minuti più esaltanti nella storia dello sport italiano!


STAFFETTA 4 X 100

La vittoria della 4×100 maschile. La staffetta italiana è una macchina perfetta in ogni passaggio. Lorenzo Patta, primo frazionista al debutto olimpico, sardo di 21 anni con un passato da calciatore, la sorgente della velocità, il motore; Lorenzo è semplicemente fenomenale nel disegnare la linea ideale in ottava corsia. Marcell Jacobs, fresco olimpionico dei 100 metri, nato in Texas e cresciuto sulle rive del Garda. E’ lui la sorpresa dei Giochi di Tokio, la freccia che ha percorso la sua frazione in 8 secondi e 92″. Fausto Desalu, terzo frazionista, origine nigeriana, quando c’è da correre col baricentro spostato a sinistra è tra i più forti curvisti al mondo. Filippo Tortu, il tuono (8 secondi e 84″ il tempo della sua ultima frazione). La sua prodigiosa rimonta sul velocista inglese ha ricordato quella di Mennea nella finale dei 200 metri alle Olimpiadi di Mosca del 1980.



FEDE

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Le lacrime di Federica Pellegrini, la Divina, giunta alla sua ultima Olimpiade dopo una carriera strepitosa. Tre stagioni della vita (infanzia, adolescenza e giovinezza) donate al nuoto. Consacrazione di una leggenda entrata nella Hall of Fame, nel Pantheon degli atleti italiani più grandi di sempre. Araba Fenice tra gli Immortali.


RISCATTI

Le medaglie del Sud, le medaglie del riscatto. Le medaglie pugliesi, sarde, molisane, siciliane. Nel segno di Pietro Mennea…perchè vincere è soffrire. Le medaglie, tutte le medaglie, frutto dell’integrazione. Le medaglie vinte per l’Italia dagli atleti di origine africana o americana, comunque extra-europea.


VANESSA FERRARI

L’esercizio nella finale del corpo libero di Vanessa Ferrari. Un capolavoro d’argento. Mai una donna italiana era salita sul podio olimpico in una gara individuale di ginnastica artistica. Mai nessuna l’aveva meritato come Vanessa Ferrari, che a 30 anni e 265 giorni surclassa le atlete più giovani (Simone Biles compresa). Solo l’ungherese Agnes Keleti, da poco centenaria, aveva vinto oltre l’età di Vanessa. Un esercizio magistrale, sintesi di grazia, forza e bellezza, un’esecuzione migliore rispetto anche alla medaglia d’oro, l’americana Jade Carey – di dieci anni più giovane – la quale però ha annullato il gap che la divideva da Vanessa con un coefficiente superiore, in pratica con una diagonale in più.

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Per Vanessa Ferrari, campionessa di resilienza, l’ammirazione e la stima di Nadia Comaneci la più grande ginnasta di ogni tempo: “Vanessa è testarda e battagliera come me, una vera lottatrice. La sua medaglia è meritatissima, soprattutto se si considera tutto quello che ha passato e che ha 30 anni”.


LUMINOSA

Il record italiano dei 100 metri ostacoli (12’75”) centrato da Luminosa Bogliolo, stella delle Fiamme Oro di Alassio. Luminosa ha avuto una buona reazione allo start ed è riuscita a trovare il giusto ritmo e la meccanica ideale per superare con scioltezza gli ostacoli e allo stesso tempo ad esprimere tutta la sua potenza. Il risultato finale, nonostante l’eliminazione, non può che renderla felice. Alle Olimpiadi anche un record nazionale è una vittoria per crescere ancora.


ALL’ULTIMO RESPIRO

Lo stupore, l’incredulità e la gioia di Federica Cesarini e Valentina Rodini dopo la conquista della medaglia d’oro nel doppio Pesi Leggeri al termine di una finale emozionante. Una vittoria maturata per soli 14 centesimi sulla Francia e 49 sull’Olanda, sorpassate dalle azzurre con l’ultimo colpo di remi. 


FARFALLE

Il bronzo nella ritmica conquistato da Martina Centofanti, Agnese Duranti, Alessia Maurelli, Daniela Mogurean, Martina Santandrea, ribattezzate le farfalle azzurre. Tra le espressioni più alte della grazia e della bellezza femminile. Un esempio di maestria, collaborazione, dinamica e sincronismo. Pura poesia, il massimo della libertà nel massimo della regola.

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L’URLO DELLA TIGRE

Viviana Bottaro, genovese, 33 anni, campionessa del karate, ha colto l’unica occasione per vincere una medaglia olimpica (il bronzo) in Giappone, la culla della disciplina. Il suo Kiai, l’urlo che accompagna la fase topica del kata (la forma del combattimento) è da brividi. Massima espressione di energia vitale.


MILENA BALDASSARRI

L’eleganza e la bellezza di Milena Baldassarri incanto della ginnastica ritmica azzurra. Non è arrivata a medaglia, ma è risorsa e promessa.

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di Alex Schmalz – Genoa News Chronicle / Io reporter